Conoscete il Disturbo da Accumulo di animali o Animal Hoarding? Questo libro rappresenta il primo contributo in lingua italiana dedicato alla comprensione di una patologia poco nota, che affligge simultaneamente persone e animali, con gravi ripercussioni igieniche, sanitarie ed economiche sull’intera comunità. Non ci sono parole migliori (e più gratificanti!) per descrivere il contenuto di questo saggio di quelle usate dal famoso etologo Danilo Mainardi, autore della recensione sotto riportata.


Sono struggenti le sei righe virgolettate che compongono la dedica del saggio “Una pericolosa Arca di Noè”. Poche parole che avviano il lettore, senza alcuna esitazione o ambiguità, alla cruda realtà delle patologie che sfociano in rapporti sbagliati, distorti e dolorosi fra uomo e altre specie. Le cronache hanno raccontato nel tempo vari casi emersi solo per l’intervento delle forze dell’ordine magari a seguito di “inconvenienti igienici”, se non peggio, e leggerli di volta in volta, alla spicciolata, non ha permesso di cogliere il fenomeno nella sua complessità ed estensione.
Animal hoarder in inglese, accumulatore di animali in italiano, è il termine con cui la scienza classifica un preciso disturbo patologico: infilare in casa fino anche a stipare ogni spazio abitativo animali di una sola o di diverse specie. I gatti della signora Luisa, ad esempio, la cui casa non ha libero da felini nemmeno il piatto della doccia in bagno. O Evelina che ha vissuto a lungo con sette cani e 5 gatti in un piccolo appartamento. E poi le sorelle Baratieri, nobildonne che nei piani del loro palazzo nobiliare ospitavano numeri assurdi di cani abbandonati, da loro raccolti o semplicemente accolti.
Una patologia sconosciuta ai più, di cui si sa poco ed anche la letteratura scientifica è scarsa. Ed è questo il primo grande merito del saggio appena uscito per Cosmopolis Edizioni, di Elisa Silvia Colombo, Paola D’Amico, Emanuela Prato Previte, ovvero far affiorare questo disagio, tracciarne le dimensioni, interpretarlo scientificamente, valutare l’applicazione e l’efficacia di normative. Un contributo serio, che presenta il fenomeno degli animal hoarder come una realtà con pesanti ricadute sociali, che è tempo di conoscere ed affrontare con competenza.
Un altro aspetto che fa apprezzare il libro è la pari considerazione con cui sono tenuti il disagio umano e quello animale. C’è grande rispetto sia per chi è afflitto dal male sia per chi questo male lo subisce. Va ricordato che all’origine del rapporto malato che si instaura fra accumulatore e animali c’è l’amore. Un amore malinteso, morboso ma pur sempre amore. I dati ci dicono che ne sono afflitte soprattutto donne. E non sempre, come si potrebbe pensare, si tratta di persone anziane, sole e in difficoltà economica. Il fenomeno è trasversale, ci spiegano le autrici. Ne sono coinvolte persone di età diversa, di diverso stato sociale ed economico. Gente che tiene occultata una parte di sè e che, in un certo senso, conduce una doppia vita. E’ comunque un disagio di questo tempo e della vita metropolitana, che espone più facilmente a psicosi, ossessioni. Fa pensare ad una smisurata ed abnorme forma di pet therapy che però si svuota di terapia e si affolla di pet.
Al comportamento deviato dell’accumulatore si appaia il comportamento deviato degli animali e il risultato ovvio è che nessuno sta bene. La sofferenza degli animali protagonisti di questi casi si traduce in una sequenza di patologie legate, ad esempio al sovraffollamento. Non c’è possibilità di creare un’intesa col padrone, di stabilire equilibrati rapporti gerarchici, di giocare. C’è una costante sollecitazione, un flusso incontrollato di stimoli. Sale il livello di aggressività o interviene la depressione. Non sono rare forme di cannibalismo. Ovvia poi la diffusione rapida di malattie e infezioni.
Ed è, in proposito, interessante la parte V del saggio che analizza cosa si può fare, sia sull’uomo che sull’animale. E’ interessante perchè apre ad una speranza, ad un senso di responsabilità chiamando in causa anche le amministrazioni. Si affronta il tema della gestione ordinaria degli hoarders. Si parla di reinserimento dei cani “sopravvissuti agli accumulatori”. E’ questo che va fatto ed è un ulteriore merito di questo saggio il fare proposte concrete, cercare il massimo coinvolgimento e dunque creare prospettive di recupero di uomini e animali.

Elisa Silvia Colombo, Paola D’amico, Emanuela Prato-Previde (a cura di), Una pericolosa arca di Noè – L’accumulo di animali tra cronaca e ricerca, Edizioni Cosmopolis, 2015.

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